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Arnold Gehlen con la sua antropologia elementare ha portato il contributo più maturo e dotato di sottigliezza teoretica all'antropologia filosofica contemporanea. Soprattutto ha messo in luce una nuova immagine dell'uomo, ricercata attraverso un confronto costante con le scienze e, in special modo, con le discipline biologiche, psicologiche e sociali. Da queste analisi trae la conclusione che l'uomo è un "essere carente", cioè non dotato di organi e funzioni "specializzati" tali da conformarlo subito e adeguatamente a un determinato ambiente naturale. La sua possibilità di adattamento e sopravvivenza, invece, è legata al fatto che, unico tra gli esseri naturali, è in grado di creare un proprio ambiente socio-culturale, un "mondo artificiale" nel quale vivere e prosperare. L'elaborazione di una "sfera culturale", che si presenta come una "seconda natura" autonomamente sviluppata per mezzo dell'azione, costituisce la caratteristica peculiare dell'essere umano.